Oggi ti propongo un articolo interessante su dove nasce l'ottimismo, tratto dalla bellissima rivista Focus Leggilo con attenzione, è molto interessante.
Giancarlo Fornei
C’è chi si vota al pessimismo per prevenire eventuali brutte sorprese e chi invece tende a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Ma qual è il segreto dell’ottimismo?
La risposta è nel nostro cervello. Un’equipe di neuroscienziati della New York University, coordinata da Elizabeth Phelps, ha individuato le due aree cerebrali responsabili del “pensiero positivo”: si tratta di amigdala e corteccia rostrale anteriore cingolata, che giocano un ruolo chiave nei processi emotivi. Durante un esperimento – pubblicato dalla rivista Nature – è stato chiesto a un gruppo di volontari sottoposti a risonanza magnetica funzionale d’immaginare eventi positivi e negativi passati o futuri.
I ricercatori, quando si sono accorti che alcuni volontari faticavano a immaginare eventi negativi, hanno cambiato tipo di ricerca. Hanno scoperto così che i pensieri positivi erano accompagnati da un’intensa attività di queste due aree. Le stesse persone impegnate nell'esperimento hanno poi compilato un questionario riguardante la naturale inclinazione all’ottimismo. Tanto più l’interpellato si dichiarava fiducioso nel futuro, quanto più i due centri in questione risultavano attivi.
La scoperta potrebbe suggerire nuove cure per i disturbi depressivi: chi soffre di questa malattia infatti manifesta spesso delle disfunzioni di queste due aree.
Giancarlo Fornei
C’è chi si vota al pessimismo per prevenire eventuali brutte sorprese e chi invece tende a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Ma qual è il segreto dell’ottimismo?
La risposta è nel nostro cervello. Un’equipe di neuroscienziati della New York University, coordinata da Elizabeth Phelps, ha individuato le due aree cerebrali responsabili del “pensiero positivo”: si tratta di amigdala e corteccia rostrale anteriore cingolata, che giocano un ruolo chiave nei processi emotivi. Durante un esperimento – pubblicato dalla rivista Nature – è stato chiesto a un gruppo di volontari sottoposti a risonanza magnetica funzionale d’immaginare eventi positivi e negativi passati o futuri.
I ricercatori, quando si sono accorti che alcuni volontari faticavano a immaginare eventi negativi, hanno cambiato tipo di ricerca. Hanno scoperto così che i pensieri positivi erano accompagnati da un’intensa attività di queste due aree. Le stesse persone impegnate nell'esperimento hanno poi compilato un questionario riguardante la naturale inclinazione all’ottimismo. Tanto più l’interpellato si dichiarava fiducioso nel futuro, quanto più i due centri in questione risultavano attivi.
La scoperta potrebbe suggerire nuove cure per i disturbi depressivi: chi soffre di questa malattia infatti manifesta spesso delle disfunzioni di queste due aree.
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