Autostima? Amati un po’ di più.

Ti sei mai fermato un istante a riflettere, a chiederti cosa pensi di Te?
Ti sei mai domandato se Ti piaci?; non se Ti piaci fisicamente, ma caratterialmente, per quello che sei come uomo o come donna; se sei soddisfatto delle cose che hai fatto, dei risultati che hai ottenuto e della vita che Ti sei scelto.

Lo hai mai fatto?!

Io lo faccio spesso: anche più volte in un mese. Mi chiudo nel mio studio e penso a tutte le cose che ho fatto in quel periodo (belle e brutte) e che ancora vorrei fare. Penso a come sono e come migliorare (perché ricorda: si può sempre migliorare). Alla fine, ogni volta, mi accorgo dei molti errori, potevo fare meglio e di più, ma nonostante le critiche, ho sempre una buona immagine di me stesso, insomma: continuo ad amarmi.

Non fraintendermi, non Ti trovi di fronte ad un irresponsabile che amandosi alla pazzia ha gli occhi foderati del suo ego e si guarda allo specchio. Sono molto critico verso me stesso, ascolto gli altri e riconosco spesso (non sempre, altrimenti sarei perfetto) i miei errori.

Ma cosa ci posso fare: ho un alto valore di me, come essere umano. Insomma, mi piaccio e mi amo.

Qualcuno potrebbe scambiare tutto questo come i segnali caratteriali tipici di un presuntuoso, di un arrogante, qualcun altro, invece, direbbe semplicemente che ho un livello di autostima molto alto”.

Credimi, non sono superbo ne tanto meno arrogante: bensì ho un’autostima molto forte. La stessa che mi ha permesso di superare i momenti negativi della mia vita e posso garantirti, ce ne sono stati tanti.

Ma che cosa è l’autostima di una persona?

Uso una metafora per darti la mia personale definizione di autostima: una “freccia che ognuno di noi segue”.

La freccia può andare verso l’alto o verso il basso; di sicuro tutti noi abbiamo la nostra freccia: anche Tu. La freccia si muove attraverso una scala di valori, che può andare da un’autostima molto alta ad una molto bassa.

Solitamente, chi ha un’autostima molto alta (da non confondersi con la superbia), tende ad eccellere nella vita (gli esempi sono talmente tanti che non basterebbe un libro per citarli, uno su tutti: il grande Anthony Robbins), è consapevole delle sue capacità, pensa sicuramente in positivo e non ha paura di sbagliare ma, soprattutto, crede in se stesso ed in quello che fa.

Di contro, chi ha un’autostima molto bassa, è spesso convinto di non valere nulla, di essere una persona insignificante, di non interessare a nessuno. Questa persona non ha fiducia nelle proprie capacità, non potrà che vedere le cose in modo negativo e, quindi, fallire con estrema facilità.

Permettimi di farti notare che non ho mai affermato che chi ha un’autostima molto alta è per forza un vincente (le variabili che entrano in gioco sono talmente tante che a volte non basta la sola forza che abbiamo dentro di noi) però, concorderai con me che le probabilità che una persona possa diventare un vincente aumentano sensibilmente nel caso in cui, questa stessa persona, creda in se stessa ed abbia fiducia delle proprie risorse, insomma: abbia un po’ di sana autostima.

Voglio altresì farti capire che chi ha una buona autostima, supera più facilmente i problemi che incontra sul suo cammino semplicemente perché è portato a vedere le cose in maniera positiva, ha fiducia nelle sue capacità e pensa alla soluzione del problema, anziché farsi “cavalcare” dallo stesso. Viceversa, chi ha un’autostima bassa, debole, è insicuro e preferisce non esporsi, spesso sfugge al problema, rimandandolo o peggiorando la situazione, facendo finta di non vederlo.

Come si forma questa benedetta autostima?

A mio modo di vedere, l’autostima è l’insieme delle esperienze dirette e indirette di una persona: delle sue credenze positive e negative, del suo modo di pensare, dei suoi giudizi e pregiudizi, dei suoi valori, ecc.

Quindi, è il Tuo cervello, con tutte le varie esperienze “filtrate” dai cinque sensi, che alla fine decide per Te. E’ lui che decide se sei (o diventerai) un vincente o un perdente in base a tutte le informazioni che con il passare degli anni ha filtrato; è lui che Ti dice che sei capace o meno di fare una cosa, ed è sempre lui che Ti impedisce di fare un passo importante per la Tua vita o carriera perché nella Tua raffigurazione mentale, quel passo, lo hai già sbagliato.

Mettila come vuoi, ma è il Tuo cervello che comanda, non Tu.

Tutte queste “informazioni”, al Tuo cervello, come sono arrivate?

Le varie esperienze soggettive che “filtriamo” attraverso i nostri cinque sensi “vista, udito, tatto, gusto e olfatto” (molte donne hanno il famoso sesto senso) ci arrivano sin da bambini nella famiglia e poi, a mano a mano che cresciamo, attraverso la scuola, il lavoro e il sociale.

L’autostima (alta o bassa che sia), dunque, comincia a crearsi sin dai primi giorni della nostra vita, perché la famiglia gioca un grosso ruolo nel sistema informativo della persona e quindi, influisce sensibilmente sulle credenze e sui valori che questa persona “costruirà” con il passare degli anni.

Credo fermamente che uno dei doveri più importanti di un buon genitore sia di aiutare i propri figli a crescere con la consapevolezza di potercela fare; sin da piccoli, i bambini debbono essere educati all’autostima, a pensare in positivo, di potercela fare, a credere in se stessi e, se mi è permesso, a credere anche negli altri (non sono tutti degli orchi).

Naturalmente, con la piena consapevolezza che la vita è difficile e non sono tutte rose e fiori e che quindi, vi potranno essere dei problemi (ma ogni problema può essere superato, lo dimostra la storia dell’uomo).

Mi rivolgo anche agli insegnanti delle elementari, delle scuole medie e superiori, per poi arrivare ai professori universitari: dopo la famiglia, la scuola è il luogo più importante dove i nostri figli crescono e maturano, sino a diventare adulti. Queste persone hanno un ruolo delicato, molto importante, impegnativo. Oltre ai fondamentali della cultura, oltre a trasmettere il sapere, consiglierei loro di “aiutare a crescere caratterialmente” i ragazzi.

I giovani hanno bisogno di dialogo, di essere ascoltati, motivati, incitati e persino capiti. E se sbagliano, di essere ripresi e puniti, ma non colpevolizzati.

Mi hanno sempre detto “sbagliare è umano” ed ho scoperto, con l’esperienza, che chi non sbaglia mai probabilmente agisce poco o nulla. Personalmente non conosco nessuno (neppure i grandi vincenti) che non abbia sbagliato almeno una volta nel corso della propria vita. Sapessi quante volte ho sbagliato io.

Sbagliare è umano e non c’è nulla di male in un errore, anzi, errare permette alla persona di accrescere le sue conoscenze e dall’errore, apprendere l’antidoto per non sbagliare la prossima volta. Naturalmente, se errare è umano, perseverare è diabolico.

Riassumendo:
l’autostima di una persona è data dall’insieme, diretto (il suo modo di filtrare le informazioni attraverso i cinque sensi) e indiretto (le informazioni trasmesse dagli altri: casa, scuola, lavoro, amici, ecc.) delle sue credenze, dei suoi valori e dei suoi pensieri, raccolti nel corso della sua vita.

La mia ricetta per accrescere l’autostima? Semplice: riscopri il piacere di amarti, di volerti bene anche se commetti degli sbagli. Smetti di aver paura di non farcela. Se vuoi che il mondo intorno a Te cambi, non lamentarti, ma agisci.

Giorno dopo giorno, goccia di autostima dopo goccia, provaci e riprovaci ed ancora provaci.

Termino con una bellissima frase del filosofo romano Seneca: “Se sei un uomo, ammira coloro che tentano grandi cose anche se poi falliscono”.

Ti giunga il mio più cordiale saluto e lasciami il Tuo commento a questo post.

Giancarlo Fornei

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